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16 gen 2008

INCHIESTA SEQUESTRI STABILIMENTI LAGO CASTEL GANDOLFO

SEQUESTRATI STABILIMENTI LAGO CASTEL GANDOLFO, PROCESSO A GESTORI

Inchiesta pm di Velletri. Difensori presentano ricorso a riesame

Roma, 16 gen. (Apcom) - Forse la prossima estate non sarà possibile prendere un ombrellone od una sdraio a noleggio sulle rive del lago di Castel Gandolfo. La Procura di Velletri ha infatti, da alcune settimane, provveduto a sequestrare pressocchè tutti i diversi stabilimenti e punti ristoro che affacciano sullo specchio d'acqua, che è a poche decine di chilometri da Roma. Inoltre ad oltre 30 gestori che da anni lavorano nell'area, sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini per varie fattispecie di reati ambientali, oltre che per occupazione abusiva di fondo demaniale e varie violazioni del codice di navigazione.
Gli uomini del 'Parco naturale regionale dei Castelli Romani' che hanno agito in funzione di polizia giudiziaria, hanno posto i sigilli anche su tutte le diverse dotazioni che erano previsto all'interno degli stabilimenti, dai pattini alle barche a vela, per arrivare ai windsurf. Nei giorni scorsi, poi, il Tar del Lazio si è dichiarato incompetente rispetto ai ricorsi proposti da alcuni gestori riguardo l'aumento dei canoni demaniali ed i provvedimenti amministrativi inerenti. "Andremo al Consiglio di Stato", dichiarano adesso i loro legali. Nel frattempo però i pm Giuseppe Travaglini e Francesca Fraddosio, hanno chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio dei primi gestori, i cui stabilimenti sono stati sequestrati a dicembre.
Motivo dei difensori è lo "Schema disciplinare" fatto tra il '98 ed il 2000, e che i gestori si attendevano di rinnovare. "Era stato dato dal ministero dei lavori pubblici, ufficio genio civile per il Tevere e l'agro romano", si spiega. L'avvocato Cristiano Brunelli, che assiste 11 gestori, spiega: "Abbiamo presentato ricorso al tribunale del riesame avverso i provvedimenti di sequestro. Speriamo nel buon esito della vicenda". Rispetto al procedimento penale, il legale aggiunge: "Produrremo i documenti che comprovano la legittimità dell'occupazione del suolo. In ogni caso speriamo che la vicenda arrivi a soluzione. Ed anche se si arrivasse al processo lotteremo per una assoluzione".

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