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31 mag 2009

Perchè votare per Marco SCURRIA al Parlamento Europeo.


"La libertà non è star sopra un albero, non è uno spazio libero, libertà è partecipazione". Eccole qui, riassunte in 16 parole, le ragioni della mia scelta. Non me ne voglia il grande Gaber se approfitto della leggera profondità dei suoi versi per provare a raccontarvi chi sono e perché mi candido alle elezioni europee del 6 e 7 giugno 2009.
Mi chiamo Marco Scurria e sono davvero convinto che la libertà di ognuno di noi non possa realizzarsi nell'isolamento, nello spazio più o meno ben curato della propria esistenza, ma solo nella condivisione di un destino con altri e nella volontà di lasciare un segno del proprio passaggio.
A questa personale follia ho consacrato la mia vita. Dapprima, attraverso l'impegno politico nell'università, tra le fila dell'organizzazione studentesca Fare Fronte, successivamente con un'attività altrettanto appassionata nel volontariato italiano ed internazionale. Per dieci anni indimenticabili mi sono dedicato alla guida del Modavi (Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiane), una piccola Onlus cresciuta insieme a me, forse anche di più, e divenuta una delle più importanti realtà solidaristiche del mondo con progetti e programmi in buona parte del pianeta. Dall'Italia, e ultimamente dall'Abruzzo, fino in Africa; dal Sud America all'Europa dell'Est, fino in Israele ed in Afghanistan.
Qualcuno ha detto che sono l'antivelina. In effetti, si è tanto parlato di belle ragazze nelle liste del Popolo della Libertà, ma poi il Cavaliere ha candidato me. Che non ho mai ballato in tv, non ho mai fatto il modello (anche se non ho mai capito perché tanti mi dicono che è stato meglio così), ma ho fatto molte altre cose, e la politica mi è sempre rimasta nel cuore. e nell'anima. Forse perché la ritengo la più alta forma di solidarietà inventata dall'uomo al servizio dell'uomo.
Oggi ho 42 anni e mi propongo per l'elezione al Parlamento Europeo. Chiedo il vostro aiuto per riuscirci, ma ancor prima voglio chiedervi di scegliere tra due visioni del mondo.
Potete facilmente scorgere all'interno del nostro continente una rapida evoluzione della politica nel senso di una grande semplificazione degli scenari politici nazionali. Pressoché ovunque, qualunque siano le esperienze, i percorsi o le tradizioni di ogni popolo europeo, due diversi punti di vista si stanno confrontando. E questo scontro si svolge nelle foreste tedesche come sulle coste spagnole, nelle campagne francesi proprio come fra i templi dell'antica Grecia. Due impostazioni culturali si stanno affrontando in un dibattito quotidiano semplice ed avvincente.
Da una parte, c'è un'identità socialista, ma nient'affatto sociale, materialista eppure ancora imbevuta d'ideologia, fieramente relativa poiché rivendica la relatività dei propri valori di riferimento. Dall'altra parte del campo, c'è l'identità popolare, definita nei valori che la innervano, moderna, liberale, cristiana nelle radici e laica nei frutti della sua politica.
Il prevalere dell'una o dell'altra tesi determinerà il nostro destino e di chi verrà dopo di noi.
Io ho preso la mia decisone, ho scelto il Popolo della Libertà e dunque il Partito Popolare Europeo. Ora tocca a voi. Da parte mia, per aiutarvi a scegliere, mi permetto di indicare due obiettivi. Primo, saper cogliere le tante opportunità messe a disposizione dall'Unione Europea, come purtroppo l'Italia non ha mai saputo fare in passato. Il secondo obiettivo, persino più ambizioso, resta quello vagheggiato anni fa con un caro gruppo di amici, e non ancora raggiunto: una Europa che sia Patria per le sue popolazioni, e non solo una colossale macchina burocratica tutta dedita alla definizione delle quote latte o alla lunghezza delle zucchine. Certamente dovremo migliorare il funzionamento dell'organismo che amministra il continente, ma ritengo che sia altrettanto importante spendersi nel generoso tentativo di dare anche un'anima a questa bella idea chiamata Europa. Altrimenti non riusciremo mai a farla amare come merita ed a giustificare quei sacrifici che pure sarà necessario fare in suo nome.
Debbo confessarvi un'ultima cosa: ho sempre avuto una particolare predilezione per l'aggettivo "popolare", l'ho sempre ritenuto il migliore possibile per nominare un partito. Perché rappresenta un atteggiamento semplice e concreto nei rapporti con i cittadini, oltre che un interesse generale e non di parte. Mi tornano sempre alla mente le parole di Konrad Adenauer: "Ogni partito esiste per il popolo e non per se stesso".
Oggi che ne faccio parte, non vedo l'ora di condividere con voi questa grande avventura europea di passione e libertà.
firmato
Marco SCURRIA

Articolo pubblicato su "META" nr. 1 gennaio-febbraio 2009 - pagina 7.