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11 apr 2010

Resoconto dell'ultimo Consiglio Comunale - seduta del 6 aprile 2010 ore 16,00.


CITTÀ DI CASTEL GANDOLFO
PROVINCIA DI ROMA

CONSIGLIO COMUNALE
Seduta del 6 aprile 2010 ore 16.00

Indice Analitico
Proposta dipartimento Protezione civile in occasione del primo anniversario del terremoto
che ha colpito la città de L’Aquila.


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIULIANO NEGRONI
Il Presidente invita il Segretario Generale, dott.ssa Roberta Fusco, a procedere all’appello
nominale dei Consiglieri.
Sono presenti 15 Consiglieri.
La Seduta è valida.
Il Presidente dichiara aperta la Seduta.
PUNTO ALL’O.D.G.: “PROPOSTA DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE IN
OCCASIONE DEL PRIMO ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO CHE HA
COLPITO LA CITTA’ DE L’AQUILA”.


PRESIDENTE. Il punto all’ordine del giorno reca: “Proposta dipartimento Protezione civile
in occasione del primo anniversario del terremoto che ha colpito la città de L’Aquila”.
Come avrete sicuramente capito, il 1 aprile – che era giovedì scorso – a mezzogiorno è
arrivato un fax da parte del Prefetto Pecoraro, il quale formulava una proposta di
convocazione di un Consiglio comunale per il 6 aprile 2010, in occasione della ricorrenza del
primo anniversario del terremoto che ha colpito la città de L’Aquila e le zone limitrofe. Il
Sindaco si è subito attivato e sono partite le convocazioni, in maniera molto veloce, per poter
dare risposta a questa richiesta da parte del Prefetto.
Come già detto, oggi ricorre il primo anniversario di questo evento sismico che ha colpito in
maniera devastante la città dell’Aquila ed i comuni limitrofi, un evento veramente violento –
se pensate che il grado è 5,8 della scala Richter – che alle 3.32 ha raso al suolo le speranze di
questi cittadini, creando millecinquecento feriti. Fino ad oggi ci sono state oltre diecimila
scosse di assestamento e gli sfollati sono stati oltre sessantamila.
Prima di iniziare quelli che saranno i lavori del Consiglio comunale, chiedo un minuto di
raccoglimento per i trecentootto morti che ci sono stati.

(Si osserva un minuto di raccoglimento in Sala).

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Zega, delegato alla Protezione civile. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE ZEGA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, prima di passare alla
trattazione del punto all’ordine del giorno, sono venuto a fare le mie scuse per l’assenza
all’ultimo Consiglio comunale, dovuta questa ad impegni improvvisi di lavoro e non certo
perché volevo sminuire o svalorizzare l’argomento che era all’ordine del giorno. Comunque,
condivido pienamente l’operato di quel Consiglio comunale.
Detto questo, passo a spiegare i motivi per i quali è stato convocato – come ci ha detto il
nostro Presidente – questo Consiglio comunale e, vista la complessità della materia, cercherò
di dare delle informazioni che potrebbero sicuramente risultare utili. Come tutti certamente
sappiamo, e come in questi giorni ci hanno ricordato i media, il giorno 6 aprile 2009 alle ore
3.32 una forte scossa di terremoto, seguita da molte altre, ha devastato l’Aquila e altri comuni
dell’alto Abruzzo, causando trecentootto morti, migliaia di feriti e decine di migliaia di
senzatetto, per cui oggi ricorre il primo avversario di questo tragico evento. Questa tragedia
umana ha segnato profondamente e toccato sensibilmente la nostra moralità e il nostro dovere
civile verso coloro che hanno vissuto in prima persona l’avvenimento e che con dignità e
umile compostezza civile hanno affrontato e sopportano con grande forza d’animo il ricordo
dei propri cari scomparsi, nonché la perdita dei beni costruiti in una vita. A tal proposito, il
dipartimento di Protezione civile, a firma di Guido Bertolaso – contestualmente a quella del
signor Prefetto – ha inviato una lettera con la quale invita i Sindaci a convocare Consigli
comunali pubblici sulla prevenzione sismica e riflettere sul rischio sismico del nostro
territorio con lo spirito di proporre nuove iniziative e come migliorare l’informazione ai
cittadini. Ci viene chiesto altresì di analizzare lo stato della conoscenza sulla vulnerabilità
degli edifici pubblici comunali e quelli strategici e rilevanti presenti sul territorio, soprattutto
scuole e ospedali – anche se noi in questo caso non ne abbiamo sul nostro territorio – inoltre
si chiede la valutazione di vulnerabilità del patrimonio edilizio privato in relazione all’età
degli edifici e dell’abusivismo edilizio.
A questo punto, per poter mettere in condizione il Consiglio comunale di discutere, riflettere e
proporre sull’argomento, darò delle informazioni tecniche riguardanti l’intero nostro
patrimonio edilizio. Dobbiamo innanzitutto sapere brevemente che la prima legge sismica
risale al 1974 (legge n. 64). Questa legge classificava la sismicità su studi sismologi
approfonditi, ma definiti posteriormente, in base ai danni subiti. Quindi la prima vera
classificazione sismica sul territorio nazionale – basata sempre su studi approfonditi – prese
corpo il 1 aprile 1983, classificando tra l’altro il territorio del nostro comune come zona due,
ovvero zona dove si possono verificare forti terremoti. Ultimamente (2009) è stata approvata
la nuova mappa sismica approvata dall’Enea che contribuirà, senza ombra di dubbio, ad una
migliore classificazione del territorio, compreso il nostro. Con questo ho voluto far capire
l’evoluzione della legge sismica e quindi con quale criterio sono stati progettati i fabbricati
nel corso degli anni. Ed è chiaro che un fabbricato progettato oggi, avrà un criterio sismico
diverso rispetto a quello progettato nel 1983, tanto più rispetto a quello progettato nel 1974 o
ancora più anteriormente.
Fatta questa breve premessa, sul nostro territorio abbiamo un patrimonio edilizio molto vario,
abbiamo il centro storico edificato sicuramente prima dell’entrata in vigore della prima legge
sismica, quindi sicuramente è stato costruito con concezione non sismica. È una conseguenza.
Poi abbiamo le periferie (Moro, Pavona, Pavona Laghetto) edificate nel corso degli anni che
vanno dal 1950 circa ad oggi. E infine abbiamo costruzioni sorte spontaneamente, per le quali
è stato richiesto condono edilizio. E con questo non sappiamo con quale criterio sono state
costruite, se non da un con collaudo statico allegato nelle pratiche di condono stesso. Riferito
a questo, ritengo che rimane molto difficile stabilire e valutare la vulnerabilità delle
costruzioni private, mentre per quanto riguarda le costruzioni comunali il nostro Ufficio
tecnico procede costantemente al monitoraggio di essi e al momento non presentano problemi
statici. È chiaro, comunque, che una eventuale emergenza causata da un forte evento sismico
– tipo quello dell’Aquila per intenderci – è certo che noi non saremmo in grado di
fronteggiarlo, però ci stiamo adoperando, affinché si possa intervenire tempestivamente e per
questo abbiamo aderito alla costituzione del quindicesimo Coi con Albano Laziale Comune
capofila con il compito: “dell’attuazione nell’ambito intercomunale delle attività di revisione
degli interventi di prevenzione dei rischi stabilite da programmi e piani regionali; l’adozione
di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all’emergenza necessaria ad
assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale e intercomunale; di
attivare, in collaborazione con altri enti preposti, il soccorso; il coordinamento degli interventi
necessari per fronteggiare situazioni di cui al precedente punto mediante l’utilizzo di uomini,
mezzi e strutture dei Comuni convenzionati. Hanno sempre il compito della predisposizione
dei piani comunali e del piano intercomunale di emergenza di Protezione civile e cura della
loro attuazione e aggiornamento sulla base di indirizzi regionali e l’utilizzo del volontariato di
Protezione civile a livello comunale e intercomunale, sulla base di indirizzi regionali e della
legislazione nazionale in materia”. In particolar modo l’articolo 11 della legge n. 194/2001.
Tutta questa documentazione si trova nella sede che il Comune di Albano ha stabilito in
Piazza Malintoppi in località Le Mole. Inoltre abbiamo una convenzione con l’associazione
volontari di Protezione civile denominata Il Sagittario. Per avere una migliore risposta
finalizzata alla sicurezza, stiamo valutando, insieme al comando di Polizia locale, se avvalerci
di altri associazioni di Protezione civile e di conseguenza procedere alla predisposizione degli
atti da sottoporre all’esecutivo di questo Comune. Ora, vista l’importanza di questa materia
che coinvolge tutti i cittadini e chiaramente il patrimonio edilizio di questo paese, sia pubblico
che privato, chiedo di non strumentalizzarla e invece chiedo di elaborare insieme una
riflessione obiettiva ed integra di sostegno – i cittadini sono di maggioranza e sono anche di
opposizione – facendo eventualmente proposte che noi personalmente siamo pronti a recepire
per rendere il paese più sicuro.
A conclusione, senza retorica, sento il dovere di fare un elogio a tutti i volontari che togliendo
tempo alle loro famiglie, al lavoro, alla loro vita privata, hanno dato un immenso contributo
alle popolazioni terremotate, dimostrando fratellanza e umanità, ma soprattutto dando prova
che nei momenti di forte crisi siamo un popolo unito. Infine concedetemi – anche se questo
esula dall’argomento – di mandare un pensiero di ricordo per la ricorrenza della morte di Papa
Giovanni Paolo II.

Discussione generale

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale. Se non ci sono interventi, se non c’è
altro da dire, dichiaro chiusa questa seduta di Consiglio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mariani. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE MARIANI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, oggi purtroppo è una
ricorrenza abbastanza dolorosa, poi io in modo particolare sento questa ricorrenza, visto che
ho origini nella provincia de L’Aquila – mio padre tutt’ora lo è – e tutti i giorni quasi ci
rechiamo, per motivi di lavoro, a L’Aquila. Sette giorni dopo il terremoto forse eravamo tra i
primi a stare a L’Aquila. Questo non perché fosse un vanto, ma perché siamo legati
personalmente al territorio.
Volevo intervenire per chiarire un concetto. L’Aquila probabilmente tra le ultime tragedie che
abbiamo vissuto, è quella che è riuscita meglio a sopperire alle esigenze dell’immediatezza
del dopo terremoto della popolazione colpita, perché noi in questi giorni vediamo le carriole a
L’Aquila per i ritardi dei calcinacci, ma non ci ricordiamo che ci sono centinaia di milioni di
persone ad Haiti che stanno in condizioni igieniche sanitarie di ogni genere, non umanamente
sopportabili, se non altro da noi che siamo abituati a ben altri standard. Scusate, ma la sento
in modo particolare questa cosa. Dicevo che è encomiabile tutto, L’Aquila ci ha dato un
esempio di come la Protezione civile sia intervenuta in tempi rapidi, è riuscita anche a tirare
fuori, ad estrarre persone vive, anche dopo diverse ore, quindi l’efficienza del coordinamento,
l’efficienza – come diceva il Consigliere Zega – dei volontari che hanno sottratto tempo alle
proprie famiglie, alle proprie case, alle proprie anche esigenze lavorative, che spesso noi
facciamo fatica a fare. Invece loro ci hanno insegnato come si fa. Però è stato l’esempio più
vicino, più lampante, quello che abbiamo seguito meglio. E forse c’è un aspetto da non
sottovalutare, è opportuno fare le associazioni, prevedere, fare la Protezione civile, gli
addestramenti, ma forse sarebbe più opportuno – adesso non so, la pongo come provocazione
buona – probabilmente dobbiamo investire un po’ del nostro tempo, delle nostre risorse a
creare coscienza nei cittadini. Perché io, oltre ad essere legato al comune de L’Aquila, come
attività principale lavoro nel mondo delle costruzioni e mi imbatto tutti i sacrosanti giorni con
famiglie, io dico mogli, dico donne – perché sono le regine della casa e di solito decidono –
che si preoccupano del pavimento più bello e guai a te se gli dici di rinforzare una trave, di
mettere un pilastro in più. È vero, è difficile intervenire su tutto il patrimonio immobiliare, ma
cominciare ad intervenire sulle coscienze per far capire che spesso un pavimento più bello,
una libreria più pesante, il fatto che se vogliamo cambiare il pavimento, invece di toglierlo –
perché è una spesa inutile – ce lo incolliamo sopra, oggi ci sono tanti prodotti, ma una casa
come concetto è come un ponte, è come una qualsiasi altra cosa, quando viene progettata,
viene progettata, pensando che deve sopportare dei carichi. Voi immaginate che su una
palazzina di dieci piani ognuno ci mette due pavimenti sopra.
Questa coscienza – io la vivo tutti i giorni – non c’è in noi, noi guardiamo sempre la cosa
bella, la casa si deve anche conservare, come una qualsiasi altra cosa, come un albero in
giardino, come la macchina che la facciamo lucidare ogni due anni. Per le case questo non
succede. Poi corriamo ai ripari, quando c’è la Protezione civile. La Protezione civile è
importante che ci sia, è importante che intervenga in tempi rapidi e in modi efficienti, ma
deve essere soltanto la cura per una malattia che non siamo riusciti a curare, no che non
abbiamo provato a curare. Mi unisco a voi nella commemorazione oggi ad un anno di distanza
dal sisma de L’Aquila e anche alla commemorazione della morte di Papa Giovanni Paolo II.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Celsi. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE CELSI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io questa mattina
rileggendo un pochino l’oggetto della convocazione, mi sono reso conto fondamentalmente di
una cosa, del fatto che non mi senta praticamente pronto ad affrontare un Consiglio comunale
in cui io possa fare delle proposte, perché chiaramente lei capisce che questo argomento
avrebbe bisogno di proposte soprattutto. Ecco il motivo per cui io non sarei d’accordo nel
liquidare questo Consiglio comunale e chiuderlo, in realtà. In realtà, sarebbe opportuno
magari che se ne facesse un altro con delle proposte vere, oppure possiamo demandare magari
una prima scrematura delle varie proposte alla Commissione e successivamente verificarle in
un Consiglio comunale. Sinceramente, nel momento in cui lei ha detto che, visto che nessuno
prende la parola, chiudiamo questo Consiglio, mi si è stretto un po’ il cuore, perché penso che
più che commemorare oggi – anche se è doveroso e credo che la coscienza di tutti noi sia in
subbuglio per l’argomento che stiamo trattando – io credo che sia altrettanto doveroso, nei
confronti dei nostri concittadini, andare ad elaborare delle proposte che non possono partire il
1 aprile e concludersi il 6 aprile, con oggi.
Quindi io propongo, se siamo d’accordo, di non far terminare questo Consiglio comunale,
oppure di prendere sin da oggi un impegno per proporne un altro, in cui vi siano delle
proposte fattive per il nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dalessandro. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE DALESSANDRO. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, tenuto conto
che venerdì ultimo scorso avrebbe dovuto essere messa a disposizione quantomeno la
circolare di cui oggi stiamo parlando, quindi la circolare dove vengono toccati tantissimi
punti, ne cito qualcuno anche per dovizia di particolari nei confronti soprattutto dei cittadini.
Avremmo dovuto parlare di verifica sulla redazione e sull’aggiornamento del Piano di
emergenza comunale. Non ho sentito parola in questo senso. Avremmo dovuto parlare di
verifica sulla messa in atto delle azioni che garantiscono efficacia ed operatività al Piano
predetto. Neanche su questo ho sentito nulla. Avremmo dovuto parlare di come il Comune ha
migliorato, ai sensi della legge n. 265/99, l’informazione alla popolazione, i comportamenti
che i cittadini devono tenere in caso di emergenza, anche attraverso la programmazione di
esercitazioni periodiche; avremmo dovuto affrontare lo stato delle conoscenze sulla
vulnerabilità degli edifici pubblici comunali e di quelli strategici e rilevanti che insistono sul
territorio comunale, anche se di proprietà di altri enti ed istituzioni, con particolare riferimento
alle scuole; avremmo dovuto parlare delle valutazioni di massima sulla vulnerabilità del
patrimonio edilizio privato in relazione all’età degli edifici e soprattutto all’abusivismo
edilizio. Di tutto questo non ho sentito dire alcunché. Non ho sentito parlare di tutti questi
argomenti che, con dovizia di particolari, nella circolare vengono menzionati.
Le cose da fare, secondo me, sarebbero assicurare i cittadini che abitano il centro e che
soprattutto sono a forte rischio sismico – com’è Castel Gandolfo – un livello di sicurezza che
tutti auspichiamo di raggiungere nel più breve tempo possibile. Si parla tra l’altro nella
circolare anche di fondi che sarebbero stanziati già a partire da quest’anno, quarantaquattro
milioni nel 2010 e poi a mano a mano…

(Interruzione del Presidente: “Per sette anni”).

Per un settennio, mi sembra centonovantanove milioni, qualcosa del genere. Quest’anno
sembra che siano stati stanziati quarantaquattro milioni. Quasi mille milioni,
novecentonovantanove milioni, una cosa del genere. A questi fondi si può accedere per
qualsivoglia motivo. Si può accedere per fare degli studi a livello locale di quelle che sono le
problematiche; un censimento degli immobili – anche privati – che eventualmente sono a
rischio, non soltanto di quelli comunali, perché quali sono gli immobili comunali? Pochissimi,
li abbiamo visti. Abbiamo fatto un’elencazione tassativa di quelli che sono gli immobili in
capo al Comune, sono due o tre ormai, quelli veri, quelli affittati a terze persone, a parte il
Comune, le scuole e tutto il resto. Quindi non vedo questa politica generale per la sicurezza
dei cittadini. A fronte di tutto questo oggi lo spirito l’abbiamo annichilito, l’abbiamo
vanificato – non voglio strumentalizzare, guarda, tant’è che ero anche disposto a non parlarne,
perché mi sarebbe piaciuto magari che da parte di altri ci fosse un intervento più o meno in
questa direzione – a me si è stretto il cuore. Io ti dico addirittura che nel momento in cui ho
letto, oggi purtroppo – quindi non nel tempo previsto dai Regolamenti e dal Testo Unico, tre
giorni prima, trattandosi di riunione adunanza straordinaria, quindi due giorni utili prima per
poter prendere visione – quindi soltanto questa mattina ho letto esattamente il contenuto della
circolare, parliamo di una circolare che invitava i Sindaci ad una assemblea aperta. Di grazia,
aperta ai sensi dell’articolo 41 del Regolamento, significa aperta a tutti gli interventi,
parlamentari, provinciali, Consiglieri comunali, perché no, cittadini, magari capaci, esperti in
materia. Nulla di tutto questo. Addirittura mi vedo fare un’Assemblea oggi in tutta fretta,
quasi si dovesse dare un contentino, una risposta immediata a qualcuno su un problema così
assillante, così di grossa levatura come questa, qual è il rischio sismico che si potrebbe
verificare in questi paesi, soprattutto della provincia di Roma...

(Interruzione dell’Assessore Bruschi: “Facciamo gli scongiuri”).

Scongiuriamo, naturalmente, ma è ovvio. Però, purtroppo anche quelli de L’Aquila penso che
avranno fatto nel tempo i dovuti scongiuri, però è capitato. Di questo si sta parlando,
dell’evenienza di ciò che potrebbe accadere. Questi sono gli argomenti che mi sarebbe
piaciuto trattare.
Ritornando al discorso dell’aperto, aperto significava aperto al contributo di tutti, ancor di più
dei Consiglieri comunali, che avrebbero potuto magari leggersi per tempo la relazione del
buon Consigliere Zega, fare le proprie considerazioni e portare un vero contributo alla
cittadinanza, così come è previsto in tutti gli spazi aperti alla democrazia. Questo mi sarei
aspettato oggi. Invece vedo un’Assemblea straordinaria chiusa – quindi non aperta a questi
contributi – addirittura con la possibilità anche di deliberare, perché forse quella aperta
avrebbe precluso, ai sensi dell’articolo 41 ultimo comma, la possibilità di deliberare; per
assurdo oggi si poteva pure chiedere, senza mettere a disposizione gli atti con i dovuti atti
temporali previsti dalla norma, si poteva proporre una delibera e noi avremmo potuto anche
deliberare. Non è questo quello che, penso, vogliono i cittadini. E attraverso il mio piccolo
contributo, credo che dovremmo fare tutti un passo indietro a vantaggio di una problematica
così importante e, se mi permettete – anche se sarò l’unico oggi – a presentare una sospensiva
ai sensi dell’articolo 39 – me lo dovete concedere – che intende mettere in evidenza come un
argomento così importante debba essere trattato con le dovute cautele e soprattutto con il
contributo di tutti. Di tutte quelle persone che magari ne sanno più di noi e che ci possono
aiutare. Questo mi sarei aspettato, non un’iniziativa che, anche se lodevole, per commemorare
i nostri morti, i nostri concittadini aquilani morti in un evento così straziante, però non è
quello che penso era il senso e lo spirito dell’iniziativa di Bertolaso. Per cui, io credo che
anche i colleghi, spero che anche i colleghi mi sottoscrivano questa sospensiva, o meglio,
questo rinvio – si chiama sospensiva o pregiudiziale, adesso non ricordo bene – quindi
speriamo che in un prossimo futuro possiamo avere un’altra Adunanza in cui, una dovuta
relazione fatta da chi di competenza – dall’organo tecnico più che dall’organo politico –
magari dalla signora Giannuzzi, con la quale ci illustri quali sono tutte le iniziative che sono
state prese nel tempo in base alle richieste della circolare, e poi ognuno di noi dà il proprio
contributo. Solo così possiamo adempiere anche a quella richiesta che fa la circolare, laddove
si dice verso la fine: “Rimaniamo in attesa di quelli che sono i contributi che ogni Sindaco,
che ogni Consiglio comunale vorrà dare in questa direzione”. Questo è quello che io penso.
Per cui, se si ritiene in questa Sede – senza che presenti la pregiudiziale, che è anche
disdicevole – tutti quanti con molta tranquillità potremmo pensare sin da subito ad
un’ulteriore Adunanza, che credo sia la cosa più giusta, più equilibrata, che un Consiglio
comunale, su questa problematica così importante, così degna di attenzione da parte dei
cittadini, possa affrontare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Zega. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE ZEGA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per quanto riguarda l’altro
Consiglio comunale, la questione aperta o di sospensiva, io mi rimetto al Presidente
dell’Assemblea, mentre per il resto io ho cercato di far capire le difficoltà che noi andiamo ad
incontrare sulla vulnerabilità degli edifici, soprattutto di quelli privati. Ho parlato anche di
abusivismo e ho parlato di diverse leggi sismiche proprio per cercare di far capire.
Prima della legge del 1974 vi era una legge (n. 1086) per la quale si costruiva in maniera non
sismica, poi – ripeto, mi vado a ripetere – ci fu quella del 1974, poi quella del 1983, fino ad
arrivare a quella del 2009. Vuol dire che quella del 2009 annulla tutte le precedenti in un certo
qual modo. Ora, andare a recuperare una situazione di sismicità di tutto il patrimonio
urbanistico, edilizio privato non so se i cittadini poi saranno disposti ad affrontare determinate
spese. Questo è vero. Anche perché voglio precisare – e qui ci potrebbe essere anche qualcuno
che me ne dà atto – andare a fare dei recuperi edilizi sulla sismicità, diventa – perdonatemi,
faccio anche un po’ il tecnico – andare a recuperare, non è mai andare a realizzare una
struttura con caratteristiche antisismiche. Non so se sono riuscito a rendere l’idea, perché non
è una materia così semplice, non è una materia sulla quale si può dire: andiamo ad
approfondire. Come approfondiamo? Io posso essere d’accordo sul discorso di allertare, nel
caso di calamità pubblica, i cittadini su cosa fare, ma come lo facciamo? Su quello posso
essere d’accordo. Perché molte persone, molti cittadini sono impreparati ad affrontare una
calamità pubblica. Quindi su quello sono d’accordo. Ma non mi sento sinceramente di essere
d’accordo sul recupero. Sulla vulnerabilità, per meglio dire. Posso essere d’accordo di andare
a dire, come proposta, di favorire le demolizioni e ricostruzioni, quando un cittadino ritiene di
demolire la propria casa e voler costruire, andiamo a favorirlo. Ci sono delle leggi che lo
consentono, diamo un incentivo in più, su questo posso essere d’accordo. Ma andare a fare un
monitoraggio sulle condizioni sismiche di un patrimonio edilizio privato, chi lo fa? Con quali
risorse? Lo facciamo fare ai cittadini? Non lo so, questi sono interrogativi a cui se poi
qualcuno vorrà, mi potrà rispondere.
Per quanto riguarda, invece, la questione sugli edifici pubblici, io personalmente sono andato
su all’Ufficio tecnico comunale, mi sono fatto dare dei lavori di adeguamento che abbiamo in
piedi e abbiamo lavori di adeguamento alle norme di prevenzione incendi edifici scolastici,
finanziamenti già finanziati, ci sono dei progetti, lavori di messa a norma edifici scolastici
finanziati con mutuo, lavori di insonorizzazione – parliamo alla scuola Dante Alighieri –
lavori per l’eliminazione delle barriere architettoniche – scuola elementare località Laghetto –
lavori di adeguamento e messa in sicurezza della scuola elementare Mole. Questi sono già
stati tutti finanziati e sono stati avviati. E poi comportano collaudo statico, certificazioni di
conformità impianto elettrico, eccetera, eccetera. In molte per l’anno scolastico in corso sono
state affidate le seguenti manutenzioni: manutenzione impianti termici; manutenzione
estintori; verifica impianti messa a terra e una serie di verifiche per tutte le scuole.
Chiaramente questi vanno monitorati – come ho detto prima – periodicamente e nel caso che
ci fosse una carenza strutturata, noi siamo pronti ad intervenire.
Per quanto riguarda, invece, il Piano di emergenza, io ho prima ho detto che noi abbiamo
aderito al Coi e detto anche che tutti gli atti in riferimento alla preparazione all’emergenza, il
coordinamento, la predisposizione di piani comunali, l’utilizzo del volontariato, eccetera,
eccetera, sono atti predisposti dall’Ufficio preposto del Comune di Albano Laziale e
depositati presso la sede che si trova in località Le Mole, Piazza Malintoppi. Credo che ancora
siamo in fase di redazione, perché – come sapete – abbiamo approvato, mi sembra, ad ottobre
– ottobre, novembre, adesso non mi ricordo – quindi siamo in fase di redazione, ma è stato
avviato anche questo discorso. Quindi io ribadisco che posso essere d’accordo su come
allertare i cittadini sul comportamento da adottare in caso di calamità, questo sì. Ma sul resto
mi sento veramente impotente.

PRESIDENTE. In merito alle osservazioni formulate dal Consigliere Dalessandro, mi preme
rappresentare che io ho convocato il Consiglio comunale all’una e mezza di giovedì. Il
materiale, la circolare – perché era l’unico materiale a disposizione – era depositata presso la
stanza della signora Angelica. Se poi venerdì la signora Angelica era in ferie, io mica potevo
andare a casa a prenderla e portarla. Comunque, c’era sicuramente qualcuno che la forniva.
Comunque, per tagliare la testa al toro, ricordo che stamattina si poteva venire e vedere, cosa
che avete fatto. Avete letto la circolare, sono due pagine, non è che ci sta un libro, un volume.

(Interruzione del Consigliere Dalessandro: “Sì, ma non c’entra nulla”).

C’entra, c’entra eccome, perché se ci sta solo la circolare, non vedo che cosa si doveva
mettere a disposizione dei Consiglieri, oltre alla circolare.

(Interruzione del Consigliere Dalessandro: “Ma è una questione di forma”).

La forma, c’è la circolare, che vai cercando? Comunque, non è questo il dialogo che si può
fare. Io dico soltanto che giovedì la circolare stava al suo posto, giovedì all’una e mezza,
quindi i tempi tecnici che qui qualcuno invoca, se hai la fantasia, stamattina li hai visti, non
capisco. Per me, volgarmente e castellanamente, è dire “attaccarsi al fumo della pipa” di
fronte all’argomento che dobbiamo discutere.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere De Angelis. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE DE ANGELIS. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, purtroppo era
normale che si arrivasse ad un momento così di confusione, però noi non vogliamo
strumentalizzare niente...

(Interruzione del Consigliere Dalessandro).

PRESIDENTE. Scusa se ti tolgo la parola, io tutta questa mattina sono stato a cercare il
Regolamento, il Consiglio comunale aperto non esiste sul nostro Regolamento.
L’articolo 23 dice...

(Interruzione del Consigliere Dalessandro: “Articolo 41, Presidente”).

Ma quale articolo 41! Ma impara a leggere! L’articolo 41 che dice, il Consiglio comunale
aperto? No che non lo dice. Comunque, qui all’articolo 23…

(Interruzione del Consigliere Dalessandro: “Impara a leggere, ma se non sa neanche…”).

Non c’è stato bisogno per me di arrivare all’articolo 41. Per cortesia, non ha la parola, quando
ce l’avrà, parlerà. Articolo 25, le sedute consiliari…

(Interruzione del Consigliere Dalessandro).

Mi vuole sentire un attimo, così come io ho sentito tutte le stupidaggini che ha detto? “Le
sedute consiliari si distinguono in ordinarie, straordinarie, urgenti, di prima e di seconda
convocazione, pubbliche e segrete”. Io qui ho letto aperte, tanto più che l’ho messo
sull’ordine del giorno che la seduta era aperta. Perché se voi andate a leggere l’ordine del
giorno: “In seduta pubblica, sessione straordinaria”. Seduta pubblica, come dice il
Regolamento. Non posso mettere una cosa che non è prevista.

(Interruzione del Consigliere Dalessandro: “Chiedo scusa, la invito, Presidente, a leggersi
l’articolo 41”).

Non chiede scusa, perché io non le ho dato la parola. Se i presenti vogliono...

(Interruzione del Consigliere Dalessandro).

No, grave è quello che stai facendo te, devi stare zitto, non puoi parlare, fino a che non ti do la
parola. E non mi sembra di essere talmente fascista per non dare la parola a chi la chiede.
Prego, Consigliere De Angelis.

CONSIGLIERE DE ANGELIS. Grazie Presidente. Visto che il Regolamento dice che
ognuno parla, quando ha diritto di parola, andiamo per gradi.
In tutte le discussioni tra persone, i dialoghi, ci sono controversie e opinioni, però in questo
caso credo che dobbiamo commemorare il 6 aprile, perché questo è alla base di tutto, perché
tutto il resto è un mattone. Perché se entriamo nel merito della materia della Protezione civile,
dobbiamo andare a vedere tante di quelle cose che non finiremmo mai. Il senso del discorso
fatto, una parte sia da Raffaele, una parte da Tiziano e da Maurizio, quello che noi
chiedevamo, era riaggiornare o riconvocare – faremo una richiesta scritta – un Consiglio
comunale sull’andamento della Protezione civile, nella quale discuteremo – e quindi ci vorrà
del tempo – reperiremo tutta la documentazione, tutta quella che potrà essere recuperata,
quella che dovrà essere messa in piedi, e fare, quindi, un ragionamento, un lavoro in questo
senso. Non pretendiamo oggi di vedere tutti i tabulati, relazioni, grafici, eccetera, perché
chiaramente qualcosa c’è a disposizione, qualcosa – dice il Consigliere Zega – l’Ufficio
tecnico sta facendo, qui stiamo parlando nella circolare – se vogliamo tanto dirlo –
“Richiamando anche i criteri di massima per la pianificazione comunale di emergenza rischio
sismico diramate in data 8 febbraio 2002”. Non è che la Protezione civile ha competenza
solamente in materia di sisma, ha competenze per eventi calamitosi (neve, frane), quindi c’è
tutto un ragionamento. Non è solamente il controllo degli edifici privati e pubblici. Io credo
che questo ragionamento deve essere fatto con un esperto – che può essere il dirigente
dell’Ufficio tecnico – si deve ragionare, entrare nel particolare, nei dettagli e poi affrontare se
mettere in piedi anche una Commissione, se è il caso, oppure la legge non so cosa preveda, se
debba essere in capo al Consiglio comunale, se debba essere fatto da un consulente esterno,
comunque è un ragionamento tecnico importantissimo che deve, credo, esulare da quello che
è l’oggetto della riunione di oggi, dell’incontro consiliare di oggi. Che non credo che seguirà
con una delibera, perché se dobbiamo commemorare questo evento drammatico, non serve
una delibera. Il nuovo Consiglio comunale che noi diciamo di fare, è propedeutico per la
richiesta di fondi. Come tutte le iniziative – non è che io voglio tirarmi indietro – abbiamo
fatto degli interventi, sono stati richiesti interventi che credo possano rientrare anche
nell’attività di messa in sicurezza, come le coste del lago, tutte queste richieste di fondi non è
che l’attività non viene fatta, però noi diciamo di affrontare a trecentosessanta gradi il
problema, visto che c’è una richiesta ben specifica e precisa da parte del dipartimento della
Protezione civile, credo che – come abbiamo fatto sempre – ci siamo applicati sui temi, l’ha
fatto l’Amministrazione, lo facciamo tutti, noi intendiamo chiedere la convocazione di un
Consiglio comunale prossimamente per affrontare, con documenti alla mano, cosa è stato
fatto e cosa si farà in maniera più precisa. Cosa possiamo mettere in piedi, sotto tutti i punti di
vista, per evitare che ci siano problemi. Quello che verrà fatto, sarà solamente a livello di
studio, perché dobbiamo incaricare qualcuno, faremo delle richieste di finanziamento e sono a
disposizione, possono essere per la progettazione, per gli interventi, però non c’è nessuna
polemica e nessuna strumentalizzazione, perché chiaramente nella circolare c’è di tutto. Ci
vorranno due mesi per fare un Consiglio comunale, interpretando tutto ciò che dice
l’onorevole Bertolaso. Ma credo che noi oggi – in maniera molto umana – dobbiamo ricordare
questo evento, dobbiamo ricordare che ci siamo attivati – tanto, poco, quello che sia – ci
attiveremo, siamo sempre presenti e vigili.
La nostra richiesta precisa è quella di, in una fase successiva, un altro Consiglio comunale che
seguirà alle discussioni dei gruppi consiliari, non lo so, in Commissione, non è che vogliamo
fare un Consiglio comunale dove nessuno si presenta preparato con documenti alla mano, una
discussione fatta tra tutti quanti. Questo è il senso anche di quello che diceva Raffaele. Non è
che siamo fuori dalle righe e non ci sta bene la relazione che ha fatto il Consigliere Zega. Ci
sta bene tutto, però vogliamo essere più operativi, vogliamo veramente mettere in campo tutte
le forze e le energie possibili per evitare che avvengano o quantomeno si possa lavorare in
forma di prevenzione. Questo è il nostro intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mariani. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MARIANI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, velocemente, per
riportare due punti forse un po’ all’argomento della discussione. È encomiabile che sia stato
convocato, anche se con urgenza oggi, perché la data era una data importante.
Per quanto riguarda la replica del Consigliere Zega, solo per dire che due punti di quello che
lei ha detto prima, andavano in direzione esattamente opposta a quello che è, secondo me,
creare coscienza nel cittadino. Non si può partire dal presupposto per dire che siccome costa,
chiudiamo gli occhi, quando cade. Tutti i giornali ci hanno riportato che noi ci siamo visti –
noi come collettività – cadere sulle spalle, sulla testa dodici miliardi di euro, che serviranno
per la ricostruzione de L’Aquila nei prossimi anni, che si sono dovuti trovare. Dopo i morti,
dopo i feriti e dopo la crisi. Io non dico dodici, ma programmiamoci, creiamo una coscienza.
Non è assolutamente in contrasto con quello che stai dicendo tu, però se partiamo dal
presupposto di dire che se noi andiamo a vedere che va consolidato, che va sistemato, poi
qualcuno deve pagare, sì, è così, qualcuno deve pagare. Anziché farsi un pavimento un po’
più bello, penserà a consolidarsi casa. Questo è probabilmente.
Mi unisco alla richiesta di proseguire in questa discussione, anche in altre sedi, se è possibile
anche in Commissione, anche in altri luoghi, se non in Consiglio comunale, perché mi rendo
conto che impegnare il Consiglio comunale in situazioni sia pure importanti, sia pure
fondamentali come questa, magari proprio perché l’argomento va trattato, dedotto,
controdedotto, ridiscusso, ognuno può portare delle proprie idee e alla fine giungere a delle
conclusioni che possono essere per tutti valide, soprattutto per i cittadini che non sono di
maggioranza o di opposizione, sono cittadini, quindi penso che sia opportuno. Per quello che
mi riguarda, continuare la discussione anche in altre sedi, ove lo Statuto lo consenta, e tutti
siamo d’accordo, lo riterrei opportuno per poter partecipare tutti ad un lavoro che poi sia il
migliore possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere De Negri. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE DE NEGRI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io ho sentito un po’
tutti quanti quello che hanno detto a proposito del sisma che c’è stato a L’Aquila e quello che
potrebbe succedere anche qui in queste zone. Come dicono, noi siamo fortunati, perché da
questa parte fortunatamente non c’è mai stato un sisma, perché se ci fosse un sisma come
quello de L’Aquila, sarebbe duro, come successo da altre parti.
Mi rendo conto di quello che dice il Consigliere Zega, che monitorare tutti quanti gli edifici
privati è una cosa talmente complicata che la legge non lo consente. Non esiste una legge che
dice: obblighiamo il cittadino a. Non è possibile. Quello che noi possiamo fare, secondo me, è
sensibilizzare la gente, nel momento in cui va in ufficio tecnico a chiedere delle informazioni:
posso abbellire il mio appartamento, mettere dei manifesti, degli avvisi: esistono dei
finanziamenti, c’è possibilità su queste cose. Facciamo un consolidamento. Mettere una
catena costa mille euro, non è che costa poi così tanto. Però è sicuramente un qualcosa che
serve. Quindi sensibilizzare la gente, invitando il Sindaco anche a mettere dei manifesti a
proposito, in modo che la gente sa a quello a cui va incontro. Dopodiché io stamattina ho
verificato un po’ tutto quello che l’Ufficio tecnico sta facendo per la parte pubblica, per la
scuola, per tutti gli Uffici comunali e ho visto che sta facendo, sta proponendo degli interventi
di messa in sicurezza e quindi credo che siano interventi idonei e fattibili.
Detto ciò, mi associo ovviamente alla commemorazione delle vittime de L’Aquila, come tutti
quanti, dopodiché dico anche che tutto sommato non costa niente fare un nuovo Consiglio
comunale, o magari aprire un’assemblea aperta a tutti quanti e poi casomai approfondire
l’argomento e magari non dico trovare una soluzione – perché non esistono soluzioni, il
terremoto quando arriva, arriva – però sensibilizzare la gente e renderla partecipe. Questo è
l’unico pensiero che posso dire io.
Io verifico normalmente che il novantanove percento delle persone quando ristrutturano un
appartamento, tutti quanti noi qua dentro guardiamo il bel pavimento, guardiamo il bagno, ma
come stanno le fondazioni non lo guardiamo. Ci cambiamo i calzini, non ci laviamo i piedi.
Questo è il concetto. Detto ciò, se vogliamo fare in seguito una assemblea aperta con tutti i
cittadini, io mi associo e mi dichiaro anche favorevole alla cosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Sindaco. Ne ha facoltà.

SINDACO. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, soltanto per dire poche e, spero, utili
cose.
Innanzitutto mi dispiace che sia sempre qualcuno che vuole avvelenare i pozzi in un frangente
come quello di oggi, in cui cercando, modestamente, di interpretare quello che era il pensiero
del Sottosegretario alla Protezione civile e del Prefetto, era quello soltanto di commemorare e
riflettere su un evento catastrofico e drammatico, che è accaduto un anno esatto fa. Perché
polemizzare sui tempi, i modi di convocazione del Consiglio comunale mi sembra talmente di
basso profilo – per non dire di bassa macelleria politica – che non mi va neanche, Presidente,
di constatarlo. Perché le difficoltà che abbiamo incontrato, quando io avrei voluto ragionare
anche sulla opportunità di fare un Consiglio comunale o di chiedere una convocazione sotto le
festività pasquali, perché quando Bertolaso scrive al Prefetto il 29 marzo, il Prefetto lo manda
a Castel Gandolfo – come a tutti i Comuni, credo, che sono sotto la sua competenza – il 1
aprile, che cosa doveva fare il Sindaco? O non tenerla in considerazione o dire: bene,
comunque apriamo una discussione, perché era l’apertura di una discussione, ma di una
riflessione per far sì che quello che è accaduto, ma senza entrare nelle polemiche, avremmo
potuto dire tante cose, delle cose buone che sono state fatte a L’Aquila e delle cose che non
hanno funzionato a L’Aquila, però non è questa la Sede, il modo di poterlo fare – c’è la
televisione che ci sta bombardando da giorni, i giornali, la lasciamo da altri – è soltanto un
ragionamento tra di noi. Abbiamo accolto e non so quanti Comuni – domani poi ci
informeremo – oggi si sono riuniti a parlare e discutere e avere la sensibilità perlomeno di
commemorare un evento così drammatico. E noi l’abbiamo fatto. Certo, convocato il
Consiglio comunale, fatta rientrare dalle ferie la signora Angelica che voglio ringraziare
pubblicamente davanti a tutto il Consiglio comunale per avere subito e di corsa aderito alla
richiesta del Sindaco di tornare qui, convocare il Consiglio comunale il pomeriggio,
distribuito a tutti i Consiglieri comunali e da quel momento c’era la cartellina con questa
circolare pronta. Io venerdì ero qui, non c’era nessuno di voi che ha chiesto gli atti.

(Interruzione del Consigliere De Angelis: “Io sono venuto all’una e non c’era nessuno”).

Ero andato via all’una, ecco. Calcolate, Venerdì Santo, bastava anche fare una telefonata,
tutto quanto, Alberto, tu sai la disponibilità che avevamo, ti sarebbe stato anche consegnato a
casa. Però nessuno di quelli che oggi qui stanno sbraitando, è venuto qui venerdì a chiedere
gli atti. O stamattina, che comunque era il Consiglio comunale convocato, a vedere la
cartellina se c’erano gli atti o quant’altro.

(Interruzione del Consigliere Celsi).

Va bene, ma comunque non è questo il tema, il problema. È soltanto per puntualizzare le
difficoltà in cui ci siamo trovati.
Detto questo, noi tutti sappiamo in che condizioni versa l’Italia, non Castel Gandolfo, non
altre parti, altre zone, senza stare a vedere poi da chi governate, possono essere meglio di noi,
vediamo che ogni volta che c’è un temporale, franano intere montagne – ne abbiamo sotto gli
occhi tutti giorni di queste situazioni – siamo un paese fortemente sottoposto a scosse
sismiche, come sappiamo, quindi è chiaro che siamo anche un paese che non è un paese che è
nato nel 1980, quando sono cominciate ad inserirsi delle normative legislative che tentano di
imporre un diverso modo di costruire. Siamo un paese che ha duemila anni di storia minimo,
ancora abbiamo delle case che poggiano su quelle fondamenta, per cui è complesso, è
difficile, io credo che sia anche impossibile, però questo non significa non attrezzarci, non
significa non essere attenti e non significa dover naturalmente porre in essere tutte quante
quelle soluzioni che ci consentono di poter meglio fronteggiare eventi che stanno all’ordine
del giorno, purtroppo, nella nostra nazione. Certo è che sento qui una certa veemenza nel
porre le problematiche, anche da coloro che dovrebbero dirci come mai in un Paese colabrodo
come questo, poi c’è chi fa i condoni edilizi. Perché i condoni edilizi non è che li fanno i
Comuni, i condoni edilizi vengono fatti per legge. E noi abbiamo ultimamente avuto due
condoni edilizi che hanno comportato delle pesanti ripercussioni su quella che è la
devastazione del nostro territorio. Oltretutto, un condono edilizio va ad inserirsi non in un
progetto che ha avuto anche la possibilità di essere visionato dalle Commissioni consiliari,
dagli Uffici, i condoni edilizi sappiamo tutti come sono, vengono fatte le case in una notte,
poggiano per terra e poi basta un temporale che se la porta via.
Iniziamo a cercare di far sì che le forze politiche, gli amministratori, coloro che governano
questa nazione, si facciano partecipi di queste esigenze, perché poi è inutile, viviamo in un
Paese dove tutti quanti pensano che è possibile fare come vogliono. Se non usciamo fuori da
questa situazione, ci ritroviamo fra – lo stavo leggendo – che qualcuno ha tentato di inserire
nell’ultima Finanziaria un ulteriore condono edilizio. Quindi se è così, poi non ci possiamo
lamentare se ci sono poi, ad ogni piccola imprevedibilità naturale che avviene, dei disastri.
Detto questo, io credo che stiamo facendo noi uno sforzo – come credo anche tutti i Sindaci, i
Comuni, parliamo dei Castelli Romani – per cercare di trovare quelle che possono essere le
soluzioni migliori, anche come diceva il Consigliere delegato Zega, l’istituzione di questo Coi
che raggruppa, credo, sei Comuni. È importante aver fatto – ricordo qualche anno fa con le
Protezioni civili – un Piano di emergenza, abbiamo fatto anche delle prove, ve lo ricordate,
anche sulla piazza, dove abbiamo messo delle tende, che era una prova che è stata ampliata su
tutta quanta quella che è la zona di nostra competenza, sono state fatte delle esercitazioni.
Anche quello è stato un momento importante, coinvolgendo anche le scuole. Quelle risorse
che abbiamo ottenuto in questi anni, le abbiamo investite sulle scuole naturalmente, sulla
possibilità di poter mettere in sicurezza il lago, i finanziamenti che sono arrivati, li stiamo
utilizzando. Non è che si è inermi. Certamente, io mi rendo conto che pensare che un
terremoto dell’ottavo, del nono grado della Scala Mercalli se viene ai Castelli Romani,
qualche cosa la provocherà, naturalmente. Io mi auguro che questo non avvenga mai, però per
quanto attenti si possa essere, noi abbiamo dei centri storici, dei borghi che hanno migliaia di
anni, quindi non è facile poi intervenire e metterli in situazioni di poter reggere impatti così
devastanti.
Io, invece, voglio raccogliere anche quella che è stata la sollecitazione di alcuni Consiglieri di
opposizione che faccio anche mia, non ho problemi, c’è una Commissione consiliare che ha
fra i suoi compiti anche quella di riunirsi, di elaborare dei progetti, di elaborare delle idee, di
mettere in campo delle iniziative, io credo che la Commissione consiliare possa già da oggi
lavorare tranquillamente per – insieme anche al Consigliere delegato e con anche le forze che
sono in campo sul territorio con la Protezione civile con le altre associazioni che meglio di
altre conoscono il sistema, con il Coi – e vedere se è possibile fare e formulare delle proposte
per Castel Gandolfo, ma oltre a Castel Gandolfo che possa raccogliere anche il comprensorio
di cui fa parte il Coi e poi presentarle naturalmente alla Protezione civile e alla Regione Lazio.
Dopodiché una volta che abbiamo un piano e delle idee che riteniamo siano utili per la nostra
collettività, per i nostri territori, possiamo anche farlo poi un convegno, invitare la Protezione
civile. Non so adesso chi sarà il nuovo responsabile regionale che curerà queste cose, ma
presto lo sapremo, invitarlo a venire qui a Castel Gandolfo, possiamo anche fare un Consiglio
comunale alla sua presenza e insieme – perché questo è un problema che interessa tutti –
cercare di convincerlo che abbiamo bisogno di piani importanti. Quello che noi mettiamo in
campo possono essere delle idee importanti e se c’è la possibilità di poter essere tenuti in
considerazione affinché queste problematiche che noi abbiamo affrontato e sottolineiamo alla
sua attenzione, possano avere una possibilità di essere in qualche modo prese in
considerazione. Questa è una proposta che faccio anche mia, credo non ci sia bisogno neanche
di deliberarla, c’è un atto di Consiglio comunale, del Regolamento che vi dà questa
competenza, ai membri della Commissione, allargata naturalmente a chi volete voi, agli
esperti, potete poi invitare chi volete per poter mettere in piedi delle iniziative importanti e
quindi credo che con questo auspicio possiamo anche lasciarci in questo Consiglio comunale,
ringraziando il Consigliere delegato Zega per lo sforzo che ha fatto oggi per cercare di tirare
una sintesi di questa giornata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Zega. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE ZEGA. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi scuso con il Sindaco, se
parlo dopo di lui, però mi sento di rispondere al Consigliere Mariani.
Molto semplicemente, il mio intento non era quello di un discorso economico, finanziario, ma
ne ha colto molto bene il Consigliere De Negri il senso. Poi, come per il Sindaco, dispiace
molto anche a me per questo qui pro quo che si è creato in questo Consiglio. Io ho chiesto la
collaborazione, invece quello che ho trovato, è stato sul fatto, sul non fatto, è stato quello di
dire che gli atti sono stati presentati prima o dopo, e non si è centrato quello che era
effettivamente lo spirito, che non doveva essere certamente questo. Lo spirito doveva essere
quello – ripeto – di collaborazione. E mi trovo perfettamente d’accordo per l’istituzione di una
Commissione di studio e di verifica. Perché, vedete, non sono gli atti che risolvano i problemi,
bensì è la volontà di ognuno di noi che risolve il problema. È quello che noi andiamo a
trasmettere all’esterno quello che risolve.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mariani. Ne ha facoltà.

CONSIGLIERE MARIANI. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, solo per ribadire
ancora una volta che non ho detto che tu ne hai fatto una questione finanziaria, io ho detto di
creare coscienza. Che non ha niente a che vedere con chi caccia i soldi e con il fatto che gli
interventi si debbano fare o meno. Quindi ho colto benissimo il senso, ma siccome vedo che
può essere frainteso – e l’avevo precisato nel precedente intervento – ribadisco e dico: creare
coscienza. Questo ho detto dall’inizio, l’ho detto cinque volte, quindi non vorrei poi che si
dica che vengo frainteso io. Io ho detto di contribuire a creare coscienza.
Dopodiché, quando noi creiamo coscienza, chi ristrutturerà l’appartamento, andrà – come ha
detto il mio capogruppo che condivido in pieno, quindi se l’ha colto lui, probabilmente
l’abbiamo colto tutti e due – all’ufficio tecnico a presentare una dia per una sopraelevazione –
che poi diventa un appartamento, perché è una mansarda – o un’altra cosa, se il tecnico gli
chiede se ha verificato le fondazioni, perché spesso il cittadino chiede il tecnico che non gli
verifica le fondazioni, perché cambia tecnico, quando si sente dire che bisogna fare altri due
pilastri, che sei scemo, devo passare l’appartamento di sotto, devo fare qua, i soldi. Io ho detto
questo.
Dopodiché, anche per i condoni edilizi, prima del rilascio della concessione in sanatoria, che
ci siano dei tecnici che prima di rilasciare una certificazione statica, facciano veramente un
collaudo e non lo certifichino così a occhi chiusi, perché un collaudo lo fa un ingegnere in
pensione o quello che non ha niente da perdere, queste cose le sappiamo tutti come vanno.
Quindi creare coscienza nel cittadino – era questo il senso – con dei manifesti, con delle
comunicazioni, con qualsiasi cosa, però creare coscienza. Poi, dopo ognuno è padrone della
propria esistenza.

PRESIDENTE. A questo punto, dopo aver ringraziato di nuovo il Consigliere Mariani,
dichiaro chiusa la seduta del Consiglio comunale, ringrazio tutti i Consiglieri che sono
intervenuti e buonasera a tutti.

La Seduta termina alle ore 17.06.

Convocazione Consiglio Comunale di Castel Gandolfo per martedi 6 aprile 2010 alle ore 16,00.


Articolo pubblicato su "META" febbraio - marzo 2010 - pagina 7.


Articolo pubblicato su "META" ottobre 2009 gennaio 2010 - pagina 7.


Articolo riportato sul quotidiano "NUOVO OGGI CASTELLI" di venerdi 26 febbraio 2010 pag. 6.


Articolo pubblicato sul settimanale "LA CITTA' METROPOLITANA" pag.11 venerdi 26 febbraio 2010.


Articolo pubblicato sul periodico "IL CAFFE'" - pag. 27 nr.188 dal 25 febbraio al 10 marzo 2010