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12 ott 2007

Mozione su iniziative per la sicurezza dei cittadini


Al Signor Sindaco del
Comune di Castel Gandolfo

Al Presidente
del Consiglio Comunale


M O Z I O N E

Oggetto: iniziative per la sicurezza dei cittadini.


IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO CHE
•Un’amministrazione territoriale, pur non dovendo sostituire le istituzioni destinate dal sistema costituzionale a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica (anzitutto la Polizia e i Carabinieri), collabora tuttavia con esse per la parte di propria competenza;
•In molti territori le polizie locali intervengono “in esclusiva” in materia di infortunistica stradale, liberando le forze di polizia nazionali per le attività loro proprie;
•Fra Comuni presenti in aree omogenee si sta diffondendo la buona pratica di consorziare i corpi di polizia locale, per consentire una programmazione e un quadro di interventi più efficaci, per esempio con la predisposizione di turni di notte;
•L’attività di formazione si rivela sempre più importante per arrivare a modalità di intervento tendenzialmente univoche;
•I compiti più estesi svolti dalla vigilanza privata liberano per gli interventi di più stretta competenza le forze di polizia nazionali;
•L’uso più ampio dei sistemi di videosorveglianza fissa concorre alla prevenzione di molti reati e contro il deturpamento di edifici pubblici: essi possono non essere impediti dal frequente passaggio di unità di polizia, nazionali o locali, ma possono essere scoraggiati dalla videoregistrazione;

DELIBERA DI IMPEGNARE IL SINDACO E IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

1.a investire nella formazione degli agenti della polizia locale (anche mediante l’utilizzo dei fondi di cui all’art. 208 del Codice della Strada), con corsi mirati e, il più possibile, integrati, cioè pronti a raccogliere e a utilizzare l’esperienza delle forze di polizia di dimensione nazionale, adoperando metodologie didattiche innovative, come l’e-learning, da inserire in moduli di apprendimento che comprendono anche momenti di formazione tradizionale;
2.a puntare ad uno scambio informativo fra polizia locale e forze di polizia nazionali, veloce e caratterizzato da reciprocità, concordando protocolli operativi compatibili fra le varie forze in campo, reciprocamente condivisi e applicati (in tal modo attività che possono essere svolte indifferentemente dalla polizia locale o dalle polizie nazionali non subiscono differenze di impostazione in base a chi opera); realizzando inoltre l’interconnessione tra la sala operativa della polizia locale e quelle della Polizia di Stato e dei Carabinieri, per dividere il lavoro senza sovrapposizioni e intervenire con immediatezza lì dove è necessario;
3.a valorizzare, nel contesto generale della sicurezza urbana, il lavoro degli istituti di vigilanza privata, con i quali individuare una forma di collaborazione “in automatico”, che non faccia disperdere risorse umane e materiali;
4.a promuovere e, nei limiti del possibile, sostenere finanziariamente, con un sistema di partecipazione che coinvolga i privati interessati e le associazioni di categoria, la graduale diffusione di sistemi di vigilanza passiva, anzitutto le videocamere, senza far venir meno il controllo di una determinata zona ritenuta “a rischio” (in chiave di prevenzione e di contrasto, per es. delle scritte sui muri ), realizzato a distanza dalla centrale operativa;
5.ad individuare le zone più a rischio di criminalità (specialmente delle frazioni) ed incrementarle di adeguati impianti di illuminazione, che rendano efficace la videosorveglianza;
6.ad introdurre nelle frazioni il vigile di quartiere, con una collaborazione con i due corpi di polizia nazionali finalizzata a formare pattuglie miste composte da un agente della Polizia locale e un poliziotto o un carabiniere, moltiplicando così il numero delle pattuglie medesime;
7.a realizzare un protocollo di intesa con comuni confinanti, per stabilire forme di intervento continuato e non episodico fra le differenti polizie municipali;
8.ad intensificare, specie nelle aree intorno al lago, i controlli del commercio gestito da extracomunitari, al fine di verificare l’esatto adempimento delle disposizioni valide per gli operatori economici italiani, evitando improprie concorrenze fondate sulla vendita di merci contraffatte o sullo sfruttamento del lavoro nero;
9.ad eliminare zone – anche fisiche – di tolleranza basata sulla mera circostanza che ci si trova di fronte a extracomunitari, favorendo l’integrazione e controllando l’inserimento a scuola dei figli degli extracomunitari;
10.a porsi come interlocutore privilegiato delle strutture di recupero pubbliche e private dalle tossicodipendenze, offrendo tutta la collaborazione possibile, e facendo conoscere le opportunità di recupero esistenti sul territorio;
11.a formare e inserire personale volontario che prevenga e contrasti eventuale attività di spaccio nelle scuole;
12.a promuovere, con l’aiuto di associazioni che hanno già maturato esperienza in tal senso, in collaborazione con gli istituti scolastici e con le banche, corsi di educazione all’uso responsabile del denaro, in chiave di prevenzione dell’usura e del gioco d’azzardo, utilizzando con gli studenti l’apporto di testimonial, cioè di persone che, avendo vissuto in prima persona il problema, sono in grado di raccontare come se ne esce.


Castel Gandolfo, 08 ottobre 2007


IL CONSIGLIERE PROPONENTE

(DALESSANDRO Raffaele)

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